Apportare qualche cambiamento agli interni della propria abitazione è un’esigenza spesso legata al deterioramento delle finiture o all’invecchiamento degli impianti. Talvolta invece è una necessità dovuta al mutamento delle abitudini domestiche o dei gusti che vengono sollecitati  dalle nuove tendenze.

Intraprendere un qualsiasi intervento di rinnovamento della casa significa operare delle scelte che, a seconda dei casi, possono essere legate all’organizzazione degli spazi o riguardare l’estetica e poi metterle in pratica. E’ proprio quest’ultimo aspetto a suscitare non pochi dubbi: a chi rivolgersi e come procedere?

Le spese sostenute si possono detrarre, usufruendo dei bonus fiscali dedicati alla casa?

Per agire a norma e nella tutela personale ed altrui, prima di dar corso a qualsiasi lavoro in casa, occorre sapere quali sono gli obblighi di legge a carico e quali gli eventuali adempimenti burocratici. Le risposte a queste domande le fornisce il Comune in cui è situato l’immobile oggetto dei lavori, attraverso l’ufficio tecnico dedicato all’edilizia privata.

Gli interventi più diffusi nel rinnovare gli interni

  1. Modificare il layout della casa procedendo con la demolizione e successiva costruzione di pareti divisorie, può sembrare un intervento di routine ed invece richiede un iter burocratico a cura di un progettista abilitato (geometra, ingegnere, architetto, iscritto al relativo ordine professionale).
  2. Qualche problema lo crea anche la sostituzione degli infissi, uno degli interventi più comuni e diffusi. Il motivo risiede nella diversa classificazione del lavoro (manutenzione ordinaria o straordinaria) a seconda che i nuovi serramenti comportino o meno la modifica di materiale o tipologia rispetto a quelli precedenti.

Demolizione e ricostruzione di pareti divisorie

E’ ciò che si fa comunemente in una ristrutturazione per modificare il layout della casa. Ad esempio, quando si aggiunge un bagno o si sposta la cucina nel living.

Quando finalizzati a modificare la distribuzione degli spazi in un appartamento, questi due interventi rientrano nella manutenzione straordinaria. Se, invece, un tramezzo viene demolito e ricostruito nella stessa posizione, senza variare il layout della casa né le dimensioni delle stanze, si parla di manutenzione ordinaria.

Normativa e pratiche amministrative

La distinzione sopracitata è fondamentale, in quanto gli interventi di manutenzione ordinaria possono essere eseguiti senza titolo abilitativo e senza comunicazione in Comune. Lo stabilisce il Glossario di edilizia libera entrato in vigore il 22/04/2018.

Nel caso di manutenzione straordinaria, il riferimento è il D.P.R n°380 del 6/6/2001 “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia”. Riguarda “le opere e le modifiche per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, purchè non alterino la volumetria complessiva degli edifici e non comportino modifiche delle destinazioni d’uso.

Per poter effettuare lavori di manutenzione straordinaria serve la Cila, Comunicazione di inizio lavori asseverata, disciplinata dall’art. 6 bis del Testo Unico, alla quale vanno abbinati gli elaborati grafici inerenti il progetto di ristrutturazione.

Con la Cila è possibile iniziare i lavori subito dopo la presentazione della pratica presso lo “Sportello Unico per l’Edilizia” del Comune territorialmente competente.

Per la compilazione delle dichiarazioni ed asseverazioni di competenza tecnica e per la realizzazione del progetto è necessario rivolgersi ad un professionista abilitato (“progettista” o “tecnico asseverante”). Con la pratica, il tecnico dichiara che le opere realizzate tramite Cila rispettano la normativa in materia. In sostanza, è proprio lui, munito di opportuna delega o procura speciale, a presentare la Cila; tale prassi è ormai consolidata in quanto in molti Comuni sono attive procedure obbligatorie di invio online, accessibili solo a chi è dotato di firma digitale e posta elettronica certificata.

Ci sono alcuni aspetti tecnici che non vanno trascurati  quando si tratta di “spostare” le tramezze. Uno di questi riguarda la posizione: occorre rispettare i requisiti igienico-sanitari, previsti dai regolamenti edilizi comunali vigenti, per quanto concerne le dimensioni minime degli ambienti ed i rapporti di illuminazione ed aerazione dei locali.

Per questo motivo serve un tecnico che coordini le operazioni, dalla progettazione alla realizzazione. I lavori poi devono sempre essere eseguiti da maestranze qualificate ed abilitate come quelle presenti nel nostro valido team. Non bisogna dimenticare che la demolizione di un tramezzo può interessare anche gli impianti che talvolta sono in esso contenuti.

Incentivi per chi ristruttura

In caso di manutenzione straordinaria, si ha diritto alla detrazione fiscale prevista per le ristrutturazioni edilizie. Tale bonus permette di recuperare in 10 anni, con rate di uguale importo, il 50% della spesa sostenuta per un massimo detraibile di 96mila euro. Tali condizioni sono valide fino al 31/12/2019. Oltre questa data, la percentuale di sconto potrebbe essere ridotta, come pure l’importo massimo detraibile.

Per usufruire dello sconto fiscale, occorre presentare in Comune la pratica edilizia ed effettuare tutti i pagamenti tramite specifico bonifico “postale o bancario”.

La documentazione raccolta, comprese le asseverazioni a firma del tecnico incaricato, andrà poi consegnata al proprio consulente fiscale in sede di dichiarazione dei redditi.

Possono usufruire di questa detrazione tutti i contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito delle persone fisiche, residenti o meno sul territorio dello Stato italiano.

L’agevolazione spetta non soltanto ai proprietari degli immobili, ma anche ai titolari di diritti reali/personali di godimento sugli immobili oggetto degli interventi e che ne sostengono le relative spese.

Sostituzione di infissi, uno dei lavori più effettuati, grazie anche alle agevolazioni fiscali

I motivi che portano a sostituire gli infissi sono generalmente due: rottura o ammaloramento dovuti al tempo e/o, esigenza di un maggiore isolamento termico ed acustico. In molti casi queste due motivazioni si sovrappongono.

Ci sono casi in cui un infisso danneggiato può essere riparato, ma è importante capire se ciò sia davvero conveniente, soprattutto se si tratta di infissi con trenta o più anni di vita. Infatti, in questi casi, il ripristino potrebbe trasformarsi in un’operazione molto costosa, in alcuni casi addirittura paragonabile alla sostituzione, ma senza quei benefici che, invece, gli infissi moderni garantiscono.

Un’ultima considerazione da fare è che un serramento con singola lastra di vetro risalente agli anni Settanta è al di sotto dei valori minimi di isolamento previsti attualmente per legge e risulta sei volte più dispersivo, un infisso con vetrocamera realizzato negli anni Ottanta lo è comunque tre volte. Questo riguarda la maggior parte delle abitazioni edificate tra il secondo dopoguerra e gli anni Ottanta. Ecco perché la sostituzione dei serramenti è sempre consigliabile. Passare dai vetri singoli a quelli doppi o tripli in alcune zone geografiche significa risparmiare sulla climatizzazione tutto l’anno.

Tipologie dei serramenti

I telai dei serramenti si possono dividere in due grandi famiglie: i mono materiale ed i composti.

I primi sono realizzati con un unico materiale per tutta la loro sezione, mentre i secondi prevedono due materiali diversi accoppiati, nel tentativo di sfruttare al massimo le caratteristiche di entrambi.

All’interno degli infissi mono materiale, il pvc è più diffuso, seguito dal legno, che ancora riveste un ruolo molto importante nel mercato per la sua estetica e dall’alluminio che, grazie al taglio termico, fornisce performance concorrenziali. Quest’ultimo, essendo un metallo è un buon conduttore e quindi poco isolante, e deve la sua diffusione in questo settore all’introduzione del cosiddetto “taglio termico”: il telaio in alluminio è formato da due parti separate che sono unite con un giunto isolante.

Il giunto garantisce l’isolamento necessario e l’alluminio fornisce qualità estetiche, durata, resistenza agli agenti atmosferici e bassa manutenzione.

Una delle caratteristiche apprezzate, non solo dall’alluminio ma anche del pvc, è l’ampia gamma di colorazioni possibili, anche simil legno.

Gli infissi in materiali misti si presentano con varie combinazioni: pvc-legno, alluminio-legno, pvc-alluminio. In molti di questi casi il nucleo del telaio è comunque realizzato in pvc.

Il profilo doppio permette di differenziare i colori tra interno ed esterno.

Per evitare di intervenire sulla muratura, riducendo tempi di posa e costi, si può montare una nuova finestra su un vecchio telaio, ma solo se lo stato di conservazione di questo lo consente.

Un nuovo telaio serve comunque e con tale sovrapposizione si riduce di 4-5 cm la parte vetrata, a meno che non si acquistino modelli con profili ultrasottili.

Nella scelta dei nuovi modelli, grande attenzione va prestata anche alle performance tecniche. Ad esempio, la capacità di contrastare la dispersione di energia si chiama trasmittanza termica  e deve essere certificata da istituti qualificati ed accreditati.  Quanto più il valore è basso, tanto più il serramento ha potere isolante.

Per accedere alle detrazioni fiscali sono previsti limiti di trasmittanza da rispettare per i serramenti nel complesso (telaio+vetrazioni) in funzione della zona climatica in cui è ubicato l’edificio. Vi è un’ampia gamma di vetrazioni che, combinate in vetrocamera, possono garantire prestazioni di isolamento  ma anche di sicurezza. Nella scelta, per la tenuta  termica sono utili i cosiddetti “coating” (depositi metallici basso-emissivi oppure selettivi), mentre ai fini acustici conta più lo spessore: meglio se le lastre stratificate hanno spessore differenziato.

Pratiche amministrative ed incentivi per chi cambia gli infissi

La sola sostituzione degli infissi, senza altre opere ad eccezione di quelle necessarie per eseguire la posa in opera correttamente, è qualificata come manutenzione ordinaria, per la quale non sono necessari adempimenti burocratici o pratiche edilizie.

Se l’immobile è ubicato in una zona vincolata ai fini paesaggistici, anche per la semplice sostituzione dovrà essere comunque preventivamente richiesta l’autorizzazione paesaggistica ai sensi dell’Art. 146 del D.Lgs. 42/04.

Quando invece i nuovi serramenti modificano le caratteristiche di quelli esistenti (dimensione, ripartizione e quindi numero di ante, tipologia di apertura, colore esterno) l’opera diventa classificabile come manutenzione straordinaria e, quindi, richiede una pratica. In più, i tali casi, in condominio, può servire anche il parere dell’assemblea.

Riguardo gli incentivi e fino al 31 Dicembre è possibile beneficiare della detrazione pari al 50% delle spese per la sostituzione dei serramenti con modifica di materiale o di tipologia (manutenzione straordinaria) o della sola sostituzione (manutenzione ordinaria) se rientra nel novero di una più ampia ristrutturazione della casa. Oppure, se l’acquisto delle finestre si configura in modo certificato quale intervento di miglioramento della prestazione energetica degli edifici.

Per ottenere il riconoscimento dello sconto fiscale, occorre pagare tramite bonifico bancario o postale, indicando la legge di riferimento, i dati del beneficiario e del destinatario, la causale.

Per l’ecobonus è fondamentale anche inviare un’apposita documentazione all’Enea entro 90 giorni dalla fine dei lavori.

Nel “bonus finestre 2019” rientrano anche: ampliamento finestre esterne, riparazione o sostituzione di davanzali di finestre o balconi; sostituzione senza modifica della tipologia di infissi.

Essere informati e sapere a chi affidarsi significa risparmiare su costi e tempi ed avere garanzia del risultato. Ed allora cosa aspetti? Contattaci