La normativa europea riguardante le “Case green” si concentra principalmente su misure volte a ridurre l’impatto ambientale degli edifici, promuovendo l’efficienza energetica e l’uso di fonti rinnovabili.

Case green, cosa include la normativa UE?

Alcune delle principali iniziative e normative includono:

Direttiva sull’efficienza energetica degli edifici (2010/31/UE)

Questa direttiva stabilisce requisiti minimi di efficienza energetica per gli edifici nuovi e per quelli esistenti che vengono sottoposti ad importanti ristrutturazioni. Gli Stati membri sono tenuti a sviluppare piani nazionali per promuovere l’efficienza energetica degli edifici.

Etichettatura energetica degli edifici (2010/30/UE)

Questa direttiva impone l‘etichettatura energetica degli edifici, consentendo ai potenziali acquirenti o inquilini di valutare facilmente l’efficienza energetica di una proprietà.

L’etichettatura fornisce informazioni sul consumo energetico e sulle emissioni di gas serra associate all’edificio.

Normativa sulle energie rinnovabili (2009/28/CE)

Questa direttiva stabilisce obiettivi vincolanti per la quota di energia rinnovabile nell’approvvigionamento energetico complessivo di ciascun paese membro.

Gli edifici “verdi” sono spesso incentivati ad utilizzare soluzioni energetiche sostenibili, come pannelli solari o sistemi di riscaldamento alimentati da fonti rinnovabili.

Strategia europea per la bioeconomia sostenibile (COM/2018/673)

Questa strategia si concentra sull’uso sostenibile delle risorse biologiche, promuovendo la bioeconomia e il riciclo dei materiali. Questo approccio può influenzare la costruzione di edifici sostenibili, incoraggiando l’uso di materiali riciclabili ed a basso impatto ambientale.

Iniziativa sull’edilizia sostenibile (SBE)

L’Unione Europea promuove l’edilizia sostenibile attraverso programmi ed iniziative come la SBE. Questa iniziativa mira a migliorare la sostenibilità degli edifici attraverso la promozione di tecnologie innovative, pratiche costruttive sostenibili e l’uso responsabile delle risorse.

È importante notare che la normativa può variare tra i paesi membri dell’Unione Europea, poiché gli Stati hanno il compito di recepire le direttive europee nei loro ordinamenti nazionali.

Si consiglia di consultare la legislazione nazionale per ottenere informazioni specifiche riguardanti le “Case green” nel proprio paese di riferimento.

Cosa prevede la nuova bozza sulla Direttiva UE?

Nello specifico la disciplina stabilisce che:

  • entro il 2030 gli immobili residenziali più inquinanti dovranno ridurre i consumi energetici medi del 16%
  • entro il 2035 la riduzione salirà al 20-22%
  • entro il 2033 per gli edifici non residenziali la riduzione dovrà essere del 16% entro il 2030 e del 26%
    dal 1° gennaio 2030. Tutti i nuovi immobili residenziali dovranno essere a zero emissioni da combustibili fossili, mentre per gli edifici non residenziali l’obbligo scatterà a partire dal 1° Gennaio 2028
  • La riduzione del 55% dei consumi energetici dovrà essere ottenuta attraverso la riqualificazione degli immobili con le prestazioni energetiche più basse. Più in particolare, entro il 2030, le ristrutturazioni dovranno coinvolgere il 15% degli immobili non residenziali ed, entro il 2033, il 26% degli edifici di classe energetica più bassa.

La nuova disciplina assegna inoltre una maggiore autonomia ai Paesi membri che avranno la facoltà di scegliere gli edifici da riqualificare, di stabilire le misure da adottare e di decidere eventuali esenzioni.

Stop alle caldaie a combustibili fossili

La normativa stabilisce lo stop per gli impianti di riscaldamento a combustibili fossili (come le caldaie inquinanti) entro il 2040. Dal 2025 verranno aboliti invece tutti i bonus per le caldaie autonome.

Le caldaie a combustibili fossili sono impianti di riscaldamento che utilizzano fonti di energia provenienti da combustibili fossili, come il gas naturale, il petrolio e il carbone, per generare calore. Questi sistemi sono comunemente utilizzati in molti edifici per fornire riscaldamento ed acqua calda sanitaria.

L’ uso di combustibili fossili per il riscaldamento contribuisce all’emissione di gas serra ed altri inquinanti atmosferici, rappresentando una preoccupazione per l’ambiente e la salute umana.

Le caldaie a gas naturale sono tra le più comuni. Il gas naturale è una fonte di energia relativamente pulita rispetto ad altri combustibili fossili, ma la sua combustione produce ancora anidride carbonica (CO2), contribuendo al cambiamento climatico.

Alcune caldaie utilizzano olio combustibile, spesso denominato olio da riscaldamento. L’olio combustibile è più denso e contiene più energia rispetto al gas naturale, ma la sua combustione rilascia CO2 e altri inquinanti atmosferici.

Le caldaie a carbone sono sempre più in disuso a causa delle preoccupazioni ambientali legate alle emissioni di anidride carbonica e all’inquinamento atmosferico. Il carbone è una fonte di energia altamente inquinante e la sua estrazione e combustione hanno impatti significativi sull’ambiente.

L’uso di combustibili fossili nelle caldaie contribuisce al riscaldamento globale ed all’inquinamento atmosferico. Le emissioni di CO2 provenienti dalla combustione di questi combustibili sono un fattore significativo nel cambiamento climatico.

Le caldaie a combustibili fossili stanno gradualmente cedendo il passo a soluzioni più ecologiche, come le caldaie a biomasse, le pompe di calore o altri sistemi di riscaldamento alimentati da fonti rinnovabili.

Migliorare l’efficienza energetica delle caldaie esistenti è un modo per ridurre l’impatto ambientale. L’installazione di sistemi di controllo avanzati, l’isolamento termico e la manutenzione regolare possono contribuire a rendere più sostenibili le caldaie esistenti.

Mentre le caldaie a combustibili fossili sono state a lungo utilizzate per il riscaldamento, l’attenzione crescente sull’ambiente e la necessità di ridurre le emissioni di gas serra stanno spingendo verso soluzioni più sostenibili ed a basse emissioni di carbonio nel settore del riscaldamento.

La transizione verso energie rinnovabili e sistemi di riscaldamento più efficienti è fondamentale per affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici ed all’inquinamento atmosferico.

Per quanto riguarda invece l’installazione dei pannelli solari, l’obbligo riguarda esclusivamente gli edifici residenziali nuovi (a partire dal 2030) e quelli pubblici e i non residenziali di grandi dimensioni, a partire dal 2025.