La sostituzione di un elettrodomestico o i lavori di ristrutturazione in casa comportano inevitabilmente anche la fatidica domanda: dove si butta ciò che si elimina? In realtà, sarebbe più corretto chiedersi: come e soprattutto dove smaltire correttamente il tutto?
La risposta a queste domande risiede nelle norme emanate appositamente a cui è obbligatorio attenersi, tanto per ciò che attiene i rifiuti elettrici ed elettronici (detti RAEE), quanto per quelli legati al mondo dell’edilizia, sia speciali non pericolosi, sia speciali, cioè pericolosi.
Il problema invece soprattutto i prodotti tecnologici grandi e piccoli con un ciclo di vita ormai relativamente breve, sia per un calcolo preciso dei produttori (la cosiddetta obsolescenza programmata), sia perché l’evoluzione della tecnologia spinge ad acquisire nuovi modelli con una certa frequenza, quelli dismessi costituiscono rifiuti che devono essere smaltiti in modo corretto.
Pena gravi danni all’ambiente ed alla salute delle persone.
Nel nostro Paese, il sistema di gestione dei RAEE è stato avviato ufficialmente nel 2008, sulla base dapprima del decreto legislativo 125 del 25 novembre 2005, che recepiva la prima direttiva europea in materia dei Rifiuti Elettrici ed Elettronici e poi del decreto 49 del 14 Marzo 2014.
Secondo i dati forniti dal Centro di Coordinamento RAEE, nel corso del 2018 in Italia sono state gestite 310.610 tonnellate di RAEE.
La sigla RAEE accomuna gli apparecchi elettrici ed elettronici (AEE) alimentati con corrente elettrica tramite presa o batterie, giunti a fine vita e quindi pronti per lo smaltimento.
Il simbolo del bidone barrato, presente su questi prodotti, indica che possono essere riciclati e quindi vanno raccolti come rifiuti differenziati.
Esistono diverse categorie di RAEE e, per ciascuna, sono previsti distinti contenitori per il corretto conferimento e la successiva raccolta.
I rifiuti di ogni raggruppamento vengono trattati in impianti specifici che consentono il recupero delle diverse materie.
R1: apparecchi dell’area “freddo e clima” (deumidificatori e condizionatori”
R2: grandi bianchi (lavatrice e stoviglie)
R3: tv e monitor
R4: categoria generale per tutte le apparecchiature escluse dalla precedenti
R5: sorgenti luminose (lampadine ed affini)
I rifiuti sono classificati, secondo l’origine, in rifiuti urbani e, secondo le caratteristiche, in rifiuti speciali pericolosi e rifiuti speciali non pericolosi.
I rifiuti speciali non pericolosi sono quelli derivanti dalle attività di:
Grazie all’utilizzo di un algoritmo matematico, il Centro di Coordinamento RAEE assegna annualmente ai Sistemi Collettivi (che hanno il compito primario di gestire il trasporto, il trattamento ed il recupero dei RAEE) i singoli raggruppamenti presso i Centri di raccolta dei Comuni e presso gli altri centri di conferimento.
L’assegnazione dei Centri di raccolta viene fatta in modo da garantire una distribuzione degli obblighi di gestione proporzionale alla quota di mercato rappresentata da ogni singolo Sistema Collettivo che assolve alle obbligazioni dei Produttori di AEE (apparecchi elettrici ed elettronici= di gestione dei prodotti a fine vita.
I Sistemi Collettivi effettuano il trasporto dei RAEE dai luoghi assegnati e si occupano del loro trattamento presso impianti specializzati ed screditati al Centro di Coordinamento RAEE.
I cittadini hanno a disposizione diversi luoghi dove conferire i propri RAEE.