Durante una ristrutturazione, quando arriva il momento di scegliere come saranno rivestite pareti e pavimenti, ci si può esprimere con creatività, definendo la carta d’identità della casa, la cornice che creerà continuità o caratterizzerà ogni stanza, con soluzioni decorative coniugate a prestazioni tecniche in grado di offrire effetti inaspettati.
In un mercato sempre più esigente, la ceramica risponde bene a tante necessità, quali:
I prodotti attuali, a partire dal gres porcellanato, sono frutto di innovazioni tecnologiche che hanno migliorato performance e possibilità espressive.
Giocando con i formati ed alternando fondi in tinta unita e decori, si possono creare composizioni uniche e customizzate. Per ogni ambiente della casa.
Argille, feldspati, sabbie quarzifere, pigmenti naturali: sono le principali materie prime utilizzate nella produzione delle ceramiche, che però non sono tutte uguali.
Dal punto di vista tecnico le piastrelle in ceramica si distinguono in base a:
Tutta la produzione è classificata secondo la normativa europea EN 14411. Stabilisce i requisiti che le piastrelle di prima scelta devono soddisfare quanto a dimensioni, tolleranze dimensionali, caratteristiche meccaniche, chimiche e fisiche.
Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: non è possibile posare le piastrelle senza fughe. In base alle norme non è più ammessa la possibilità di posa “a giunto unito”, cioè minore di 2 mm.
Le fughe non sono altro che gli spazi tra una mattonella ed un’altra. Esse consentono di assorbire le tensioni a cui, essendo rigide, le piastrelle vengono normalmente sottoposte nel tempo a causa, ad esempio, di cambi di temperatura o assestamenti strutturali dell’edificio. Sono quindi indispensabili.
La loro larghezza non è standard, deve invece essere stabilita nel progetto considerando soprattutto il tipo di piastrella. Da esse dipenderà sia il risultato estetico che tecnico della pavimentazione o del rivestimento a parete.
A titolo indicativo, l’ampiezza delle fughe può essere minima, di 2-3 mm, se le lastre sono ottenute per pressatura, sono rettificate (cioè con bordi perfettamente squadrati), da posare in ambienti interni e su supporti rigidi e regolari. Negli altri casi, possono arrivare fino a 6-8 mm.
In tutti i casi, gli spazi (le fughe, appunto), vengono riempiti con sigillanti cementizi o a base di resine reattive.
Per uniformità cromatica, possono essere colorate nella stessa tinta delle piastrelle oppure a contrasto, per risultati estetici di grande effetto.
Nella posa delle piastrelle a parete, in particolare in bagno, una questione dibattuta è l’altezza del rivestimento da terra.
Non c’è un obbligo di legge, se non per locali pubblici. In base alle norme di igiene, pareti e pavimento del bagno e della cucina le piastrelle devono essere “facilmente lavabili e sanificabili”.
Stabilito questo punto fermo, per quanto riguarda l’altezza di posa delle piastrelle, un punto di riferimento può essere l’altezza della porta: significa quindi arrivare fino a 2 metri circa.
Lo schema di posa può essere vivacizzato inserendo piastrelle colorate e/o pattern decorativi.
La posa fino a metà parete lascia scoperta una porzione di muro, che può essere tinteggiata a smalto o con una pittura super-lavabile.
Se il soffitto non è in cartongesso, una proposta attuale sono le piastrelle posate fino a 2,70-3 metri. Per questo sono perfette le maxi lastre, che potranno essere applicate senza tagli e con poche fughe. Non bisogna però pensare di adottare questa soluzione per evitare l’insorgere di muffe, le quali invece si prevengono in primo luogo con una corretta aerazione.
Per una buona riuscita di una nuova pavimentazione, è necessario preparare bene il piano di posa, ovvero il massetto.
Per un risultato a regola d’arte sono fondamentali la stagionatura e l’asciugatura.
I massetti cementizi tradizionali, ad esempio, necessitano di una stagionatura di circa 7-10 giorni per ogni cm di spessore, affinchè esaurisca il ritiro igrometrico cui può essere soggetto.
Tempi più ristretti sono consentiti solo utilizzando malte premiscelate o leganti speciali a ritiro controllato.
Dopo aver controllato, con specifici strumenti, che il sottofondo sia compatto ed omogeneo, bisognerà attendere la completa asciugatura.
Per la posa del rivestimento ceramico, l’umidità residua, misurata con igrometro a carburo o elettronico, dovrà essere inferiore al 3% (in base alla norma UNI 11493-1).
Il rispetto dei tempi è importante anche dopo la posa delle piastrelle. E’ necessario infatti che i leganti utilizzati per la messa in opera induriscano in modo adeguato.
Se nell’ambiente devono essere eseguiti altri lavori, meglio che la superficie sia protetta per prevenire danneggiamenti.
Se nell’ambiente devono essere eseguiti altri lavori, meglio che la superficie sia protetta per prevenire danneggiamenti.
Tra i brand trattati vi sono i seguenti:
Una peculiarità delle piastrelle, in grès e non solo, è quella di riuscire a riprodurre con estrema verosimiglianza molti materiali naturali, tra i quali il legno. Merito del processo di stampa digitale con tecnologia ink-jet (a getto d’inchiostro).
Prodotti di questo tipo vengono proposti in formati prima inconsueti, quelli del listone o della doga, tipiche del parquet.
Per rendere realistico il risultato, le piastrelle, già caratterizzate da texture in rilievo, vengono realizzate con diverse grafiche, proprio come differenti sono le venature ed i nodi delle essenze.
La collezione Vero di Marazzi si ispira a doghe in legno, ricche di nodi ed imperfezioni.
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