Una vera e propria scienza, non una semplice tendenza di passaggio: studiata ed approfondita già da decenni, la psicologia dell’abitare è una disciplina che sta emergendo soprattutto in questo periodo in cui stiamo vivendo la casa più di prima ed in modo diverso.
In che modo la psicologia dell’abitare può essere considerata come quella parte specifica della psicologia ambientale dedicata al rapporto tra individuo ed abitazione?
La psicologia dell’abitare è una “meta disciplina” perché si basa sulle conoscenze che afferiscono anche ad altri ambiti, quali l’antropologia, le neuroscienze, la fisiologia, la sociologia e non solo.
Oggi quindi l’applicazione della psicologia dell’abitare, complice la crescente attenzione al benessere dell’individuo, sta diventando sempre più richiesta. Stanno evolvendo, a riguardo, strumenti che permettono al committente di immaginare la propria casa, visualizzandola.
Tra i sistemi più tecnologici vi è l’uso della realtà virtuale: un progettista può farvi ricorso per far vedere e “vivere” al cliente come diventerà la sua casa, offrendogli la possibilità di capire meglio, rispetto alla sola visione di planimetrie e rendering, se le scelte compiute sono in linea con le aspettative o se è il caso di apportare sostanziali modifiche. Oppure prevedere per il committente vere e proprie sedute con il progettista e con un professionista che si occupi di psicologia per riuscire ad individuare i desideri con esattezza.
La psicologia dell’ambiente studia il rapporto tra mente e spazio, focalizzandosi su quello abitativo. E’ la scienza che si occupa di studiare gli effetti che tutti gli spazi che ci circondano hanno sulla nostra psiche e sui nostri comportamenti.
Se poniamo attenzione alle sensazioni che proviamo ed ai comportamenti che assumiamo, possiamo comprendere gli effetti che l’ambiente ha su di noi.
Si può iniziare a pensare alla propria casa in questi termini: quali sensazioni provo negli spazi? Mi rappresentano? Cosa dicono di me? E’ importante che ci facciano star bene e ci rappresentino. Non a caso è previsto, ad esempio, “l’angolo per il proprio io”, una piccola zona in cui raccogliere ed esporre alcuni ricordi significativi: post-it, ritagli di giornale, lettere, diari, ricordi di viaggi. E’ un luogo domestico che ci aiuta ad assorbire energie, a contemplare la strada che abbiamo percorso e le capacità acquisite. Non da meno, ci aiuta a ricordare, immaginare, fantasticare e ritrovare noi stessi.
In una casa non dovrebbero mancare legno, acqua, piante: l’esposizione ad elementi naturali è associata, infatti, ad alti livelli di benessere psicologico, con riduzione di stress, ansia ed affaticamento mentale. C’è una ragione anche evoluzionistica in questo: in passato erano gli ambienti ricchi di vegetazione ed acqua a favorire la sopravvivenza, fornendo cibo e riparo.
L’ambiente naturale è quello che consente alla nostra mente di rigenerarsi perché non richiede alcuno sforzo diretto cognitivo, proprio perché parte della nostra evoluzione.
Sicuramente è mettere al centro la relazione tra l’individuo e la sua abitazione, al fine di assicurare un’esperienza piena di benessere psico-fisico.
La psicologia dell’abitare usa tecniche per lo studio di queste relazioni che vanno da quelle più classiche di tipo qualitativo come le osservazioni, alla ricostruzione di situazioni sperimentali, all’analisi di casi di studio. Si tratta di tutte quelle tecniche che sono familiari alla ricerca in generale e che consentano, in prima battuta, di dimostrare i benefici concreti per l’individuo. Dall’altro lato la psicologia dell’abitare, grazie al dialogo con le altre discipline, può diventare la premessa per un momento particolarmente prezioso nel lavoro sugli ambienti: lo sviluppo progettuale.
Il lavoro di squadra con architetti e designer parte dal contributo peculiare che lo psicologo può dare in questa fase:ovvero la raccolta della domanda del cliente e la sua analisi. Essa deve essere in linea non solo con esigenze di tipo funzionale ma anche e soprattutto con aspetti più profondi connessi alla propria personalità, alla propria idea di “sentirsi a casa”, per facilitare e semplificare le scelte ed ottenere il miglior risultato possibile a favore del proprio benessere.
Grazie alla realtà virtuale immersiva le persone entrano nella loro casa così come sarà nella realtà, completa di ogni elemento. Hanno la possibilità di vive gli spazi in tutta la loro dimensione, percepire superfici, colori, prospettive, vivere anticipatamente in dimensione virtuale ciò che successivamente vivranno realmente.
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Al termine di una giornata lavorativa cosa c’è di meglio di abbandonarsi alle piacevoli e rilassanti coccole di una colonna doccia idromassaggio.
L’azione combinata dell’acqua calda e dei getti origina un senso di smisurato relax ed è capace di rigenerarci completamente. Al fine di avere ogni giorno la possibilità di fruire di questo piccolo, grande piacere, quale colonna idromassaggio scegliere?
Tutto dipende da quanto siamo disposti a spendere, dallo spazio a disposizione e da quali funzioni desideriamo che abbia la nostra oasi wellness.
Un impianto funzionale ed esteticamente pregevole impreziosisce il bagno e rende la doccia un’esperienza più rilassante e piacevole.
Esistono diverse tipologie di colonna doccia idromassaggio:
I vari modelli si possono anche combinare tra di loro. Per questo motivo è possibile trovare una colonna doccia angolare con cromoterapia, un pannello doccia termostatico con seduta e diverse altre combinazioni.
Le colonne doccia idromassaggio possono essere categorizzate, oltre che per tipologia, anche per materiali di costruzione.
I materiali maggiormente usati per la realizzazione di un pannello doccia idromassaggio sono l’acciaio, l’alluminio, il vetro ed il bamboo. Quest’ultimo materiale scelto da coloro che scelgono un arredo bagno ricercato ed esclusivo, nel quale magari potrebbero ben figurare anche mobiletti ed accessori realizzati con lo stesso materiale.
Un pannello doccia idromassaggio, generalmente, comprende i seguenti elementi:
I modelli più avanzati tecnologicamente spiccano per la presenza di funzioni sofisticate, le quali rendono la colonna doccia completa e versatile. Ad esempio, nel caso dei miscelatori termostatici, potrebbe essere molto importante impostare una temperatura massima che non può essere superata. Ideale per garantire sicurezza in presenza di bambini.
Un altro accorgimento molto apprezzato è il rivestimento gommato che impedisce al calcare di depositarsi perché basta rimuoverlo con un dito. Speciali cromature assicurano massima resistenza e permettono di mantenere le superfici lucide più a lungo e sicuramente un aspetto estetico più gradevole.
Proprio il design potrebbe essere un aspetto non secondario nella scelta della migliore colonna doccia. Potresti essere colpito, in particolare, dalle forme quadrate del soffione e della doccetta, meno comuni di quelle tonde tradizionali.
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