Una cucina è per sempre? Anche se abbiamo acquistato un modello di qualità, probabilmente si dovranno fare i conti con la voglia di cambiare per motivi diversi: perché non ci piacciono più i colori delle ante o la finitura delle pareti e dei pavimenti oppure sentiamo l’esigenza di strumenti che ci permettano di lavorare più comodamente ai fornelli.
Per il relooking ci sono tante opzioni attuabili con lavori poco invasivi: pavimenti e rivestimenti di spessore sottile, carta da parati, smalti, malte e pannelli decorativi.
Affinchè la cucina acquisti più funzionalità si può, ad esempio, intervenire all’interno con attrezzature estraibili ed organizer o intorno all’area di lavoro: anche in questo caso è bene prevedere piani d’appoggio aggiuntivi ma salva spazio. Se poi vogliamo una cucina più tecnologica, la sostituzione di uno o più elettrodomestici è sempre fattibile.
Sovrapponendo il nuovo pavimento di spessore sottile a quello vecchio si riducono i costi, compresi quelli di conferimento dei vecchi materiali in discarica. In molti casi si evita di sostituire le porte, perché possono bastare piccoli interventi di limatura. Per le pareti, l’operazione è ancora più semplice.
Per quanto riguarda le piastrelle, gli spessori più bassi, tra i 6 ed i 6.5 mm, sono tipici dei prodotti da posare a parete leggermente superiori quelli per il pavimento.
Entrambi sono generalmente rinforzati sul retro con fibra di vetro. Anche i pavimenti in legno possono essere di tipo laminato (con spessore di circa 4 mm). Molto pratici anche quelli vinilici che in molti casi si posano ad incastro.
Le superfici esistenti, per fare da supporto al nuovo pavimento, dovranno essere regolari, senza avvallamenti o elementi sconnessi.
In cucina si consiglia di scegliere prodotti lavabili, in modo che sporco e macchie fresche possano essere eliminate facilmente, semplicemente con un panno o una spugna inumidita e poco detergente. Vanno bene, ad esempio, quelli in tessuto non tessuto; sconsigliabili invece quelli interamente di carta.
Alcune carte da parati definite extra-lavabili sono protette da uno strato in pvc, mentre la base è in tnt. In ogni caso, occorre procedere con cura, evitando di sfregare energicamente.
Se la parete da rivestire è in corrispondenza del piano di lavoro ed in particolare dell’area lavaggio, occorre optare per una carta da parati specifica, cioè idrorepellente. Sono molte le aziende che oggi le producono. Spesso lo stesso motivo decorativo è disponibile anche in questa versione.
Nelle composizioni cucina a parete, lo spazio tra basi e pensili è spesso oggetto di dibattiti. Se non è stato previsto in precedenza, questa, spesso anonima, porzione di parete può essere rivestita da un pannello decorativo, anche molto pratico. Per esempio, in alluminio composito o in policarbonato compatto. I primi sono molto resistenti al calore, perciò indicati anche vicino al piano cottura. Per i secondi, se il fornello è a gas, è consigliabile che il top della cucina abbia una profondità di circa 65 cm. Nessun accorgimento, invece, se è ad induzione. Entrambi sono resistenti e perfettamente lavabili. Sono spesso personalizzabili.
Tra i tocchi decorativi, vi sono il pannello paraschizzi, stampato ad alta definizione su alluminio composito, quindi trattato con una finitura protettiva per il lavaggio e la pulizia.
Stencil in rilievo, realizzati con due speciali materiali plastici, sono indeformabili, lavabili con acqua e riutilizzabili infinite volte, senza che perdano planarità.
Oggi, grazie all’ utilizzo di materiali innovativi, è possibile mettere la carta da parati anche in bagno. Essa è impermeabile, facile da pulire e super resistente. Adatta quindi anche in un ambiente umido, come il bagno appunto.
Le nuove composizioni plastiche risultano assolutamente resistenti, inattaccabili da muffe e batteri, impermeabili e respingono la condensa, a differenza della tappezzeria tradizionale, la quale risente degli sbalzi termici e del vapore acqueo dovuto all’uso della doccia.
Se la carta da parati vi fa ancora venire in mente la casa della nonna, è bene iniziare a dimenticare l’immagine di pareti ingiallite e dalle tinte floreali consunte.
Sì, perché la carta da parati, dopo anni di declino, è tornata decisamente di moda ma con un nuovo look, fresco e rivisitato.
Il merito non è soltanto di texture moderne e variopinte ma anche e soprattutto dell’innovazione tecnica. I nuovi rivestimenti sono più traspiranti, resistenti al tempo e agli sbalzi di temperatura, facili da fissare e anche da rimuovere.
Insomma, se siete ancora traumatizzati da pareti difficili da scrostare, non abbiate paura, le nuove carte da parati non sono più quelle di una volta.
Questo ritorno in auge è stato spinto anche e soprattutto dalle aziende produttrici, le quali hanno iniziato negli ultimi anni a proporre nel proprio catalogo anche modelli di carta da parati.
Questa tipologia di carta è impermeabile, ma non adatta a pareti a diretto contatto con l’acqua (nella doccia o sulla vasca). Quella con base in tessuto-non-tessuto (TNT) si presenta vellutata al tatto.
Una fibra di vetro brevettata è la Wet System™ di [Wall&Decò]. Essa impedisce il passaggio di acqua nello strato sottostante, garantendo l’impermeabilizzazione delle superfici trattate. È composta da 4 strati: un primo isolante da applicare tra parete e fibra di vetro, un secondo adesivo che serve per incollare la fibra di vetro, un terzo decorativo (la carta da parati vera e propria) ed un quarto ed ultimo strato detto ‘di finitura’, il quale rende il rivestimento finale resistente all’acqua ed impermeabilizza lo strato sottostante.
Il muro su cui va posata la carta da parati deve essere assolutamente pulito ed asciutto.
Se ci sono fenditure o buchi, occorre stuccare e levigare bene la parete, con una carta vetrata a grana media.
Si può applicare la carta da parati sopra le piastrelle vecchie, ma prima bisogna preparare un fondo rasante, cioè un componente che crei una superficie liscia.
La manutenzione della carta da parati va fatta con attenzione e cura, perché si tratta pur sempre di un materiale cartaceo.
Si consiglia di passare la carta da parati, con cadenza regolare, con l’aspirapolvere o una spazzola a setole morbide. E’ possibile togliere piccole macchie passando con una spugna o un panno umido e un detergente neutro, strofinando delicatamente sulla carta da parati.
Essa resiste sì ai graffi ed allo strofinio, ma si consiglia di non usare troppa forza, per non lasciare segni. Non utilizzare prodotti aggressivi ed abrasivi: i granuli possono graffiare e rovinare il rivestimento della tappezzeria in modo permanente.
La carta da parati è particolarmente indicata in caso di bagni piccoli o dalle forme particolari. Giocando con texture e colore è possibile dare profondità alla stanza o contribuire a farla sembrare più ampia.
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Durante la ristrutturazione di un appartamento ci si trova a dover ripensare la disposizione dei vari ambienti e locali, e con essa anche il loro aspetto estetico.
Ogni stanza della vostra casa ha il suo stile, dato dall’insieme delle scelte fatte per pavimenti, rivestimenti, arredi e luci, che costituisce di fatto il progetto di un ambiente.
Non è semplice rendere le scelte di tutti questi elementi coerenti fra di loro e in questo l’architetto può darvi un contributo fondamentale, elaborando una soluzione progettuale su misura per voi e per la vostra casa.
Uno degli elementi fondamentali sono, come abbiamo detto, i rivestimenti delle pareti, queste ultime costituiscono una parte molto importante dei vostri ambienti: sono ciò che vi circonda quando state dentro una stanza e hanno un forte impatto sulla vostra percezione visiva.
Certamente c’è molta differenza tra stare in una stanza con le pareti completamente rosse e in una con i muri di un colore grigio chiaro.
È bene dunque scegliere con attenzione la tonalità e il tipo di materiale che rivestirà l’involucro degli ambienti della vostra casa perché influenzerà sensibilmente la attività che vi svolgerete oltre che la percezione della stanza stessa.
Esistono diversi modi per rivestire le pareti, dalle tinteggiature semplici con pittura o gesso, ai rivestimenti in pietra o ceramica, in legno o in mattoni, sicuramente le prime sono una delle scelte più diffuse per il loro basso costo mentre i secondi vengono spesso ritenuti più dispendiosi e utilizzati dai più solo dove strettamente necessario.
Esiste dunque un modo per impreziosire le vostre pareti, senza però ricorrere a rivestimenti costosi? Certamente, tappezzerie e carte da parati fanno al caso vostro.
Come le tinteggiature tappezzerie e carte da parati hanno una discreta facilità di posa e costi non elevati, ma riescono a dare quell’eleganza in più tipica di rivestimenti lapidei, ceramici o lignei.
Entrambe erano molto diffuse nel secolo scorso e sono ora tornate di moda con le più svariate decorazioni, da quelle floreali e naturalistiche, a quelle geometriche e tridimensionali, alle intramontabili classiche damascate, quelle infine che ricalcano le texture di alcuni materiali di rivestimento.
Una volta la carta da parati e tappezzerie erano soggette ai cambiamenti e all’invecchiamento di pareti e agli sbalzi termici che la casa subiva, dopo un certo lasso di tempo dunque iniziavano ad arricciarsi e si scollavano, oppure si ingiallivano.
Dimenticatevi queste immagini, oggi le aziende produttrici di carta da parati e di tappezzerie hanno totalmente ripensato questi materiali, sia dal punto di vista estetico, ma soprattutto funzionale.
La carta da parati e le tappezzerie attuali sono composte da una struttura fisica che permettono loro di resistere agli sbalzi di temperatura che le pareti sui cui sono fissate subiscono, ma anche all’umidità.
Oggi dunque esistono in commercio prodotti traspiranti, resistenti e duraturi e che si possono applicare persino all’interno dei bagni, dunque lavabili ed impermeabili.
La manutenzione della carta da parati e della tappezzeria diventa dunque molto semplice, possono essere pulite con una semplice spugna se vengono sporcate, come spesso accade in bagno o in cucina, e non scoloriscono e non si scollano con il passare del tempo.
Le caratteristiche funzionali della carta da parati e della tappezzerie non le rendono dunque meno appetibili rispetto ad una tinteggiatura, come poteva essere un tempo e le loro caratteristiche estetiche?
Sicuramente questo prodotto ha una grande potenzialità rispetto alla pitturazione.
Le aziende di carta da parati e di tappezzerie propongono ogni anno soluzioni e motivi decorativi nuovi e di grande appeal: sono motivi moderni e con una forte identità visiva.
Ultimamente è molto diffusa la carta da parati o tappezzeria floreale con motivi naturalistici, ricca di colore e densa di forme, costituisce un vero e proprio elemento di arredo per le vostre stanze.
Può riproporre foglie e fiori multicolore dalle grandi dimensioni, che ricordano quasi una giungla esotica, oppure rami sottili con piccoli boccioli come quelli disegnati sui libri di botanica o ancora alti fusti di alberi, che evocano una foresta impenetrabile.
Qualunque sia il soggetto, le carte da parati e tappezzerie floreali e naturalistiche hanno un grande potere immaginifico, sollecitano la nostra mente a vagare in altri mondi.
Chi entra in una stanza rivestita con questo tipo di carta da parati avrà dunque l’impressione di trovarsi in uno spazio fantastico.
Un’altra fantasia molto diffusa per le carte da parati e tappezzerie è quella geometrica, non pensate subito alle classiche righe verticali a colori alternati, oggi esistono nuovi modelli dalla grafica accattivante.
Tipicamente sono sempre basati sull’alternanza tra due o più colori, la forma delle decorazioni può essere con righe a zig zag, a triangoli a formare un pattern ripetibile all’infinito, oppure a righe bianche o nere su sfondo colorato, a ricordarci il disegno di una costellazione, o ancora con fasce di colore di diverso spessore e geometria come un quadro astratto.
Questo tipo di carta da parati viene spesso molto apprezzato perché ricalca, grazie al suo aspetto estetico, la forma, il colore e il materiale di un altro rivestimento.
Per esempio possono riproporre la sembianza del cemento grezzo, o della resina, o ancora del legno o dei mattoni, o di una pittura spatolata.
La percezione per chi entra nella stanza sarà quella di trovarsi davanti a muri rivestiti con un materiale vero e proprio e non con una semplice carta stampata.
Sicuramente è un buon compromesso per ottenere un effetto simile a quello proposto con materiali sopracitati, che spesso possono essere più costosi e che richiedono una certa manutenzione.
Carte da parati e tappezziere possono essere utilizzate per rivestire tutte e quattro le pareti di una stanza o anche soltanto per una, magari quella frontale all’ingresso, o ancora per rivestire da metà pareti fino al soffitto.
Tutto dipende dai colori di cui è composta la fantasia e dal motivo, vi consiglio se avete scelto colori rilassanti e dai toni chiari e fantasie discrete anche la prima soluzione, mentre vi suggerirei le altre soluzioni se avete optato per una fantasia ricca di colori.
Siete pronti per dare un tocco di eleganza alle vostre stanze?
Cercare combinazioni dècor originali e personalizzate per la propria casa è divertente e regala grandi soddisfazioni. Si tratta di un vero esercizio di stile che diventa anche molto interessante perchè permette di approfondire le proprie conoscenze su materiali e rivestimenti, da scegliere non solo in base ai propri gusti ma considerando le caratteristiche architettoniche della stanza da arredare, la luce, le dimensioni. Quando si tratta del bagno poi di devono fare delle scelte ancor più consapevoli per la presenza di acqua e vapori.
Con la carta da parati si può realizzare anche una vasca freestanding. E’ il sogno di molti, ma talvolta la possibilità non viene presa in considerazione per timore di non avere spazio a sufficienza o di dover affrontare lavori invasivi e costosi.
Invece anche se per definizione è svincolata dalle pareti, una vasca freestanding non deve necessariamente stare al centro della stanza. Risulta altrettanto originale e d’impatto anche se accostata al muro, modalità d’installazione che permette di utilizzare gli attacchi idrici standard, come lo scarico a pavimento.
Qualche attenzione in più va posta solo alla rubinetteria: si può utilizzare quella a parete, in alternativa a quella a colonna da terra, purchè la bocca sia sufficientemente lunga.
La composizione che osa senza eccedere e contiene i costi è quella che consiste nell’abbinare il gres effetto parquet a mini piastrelle dalla palette armoniosa su fondo bianco.
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Investire nel restyling di un immobile da mettere a reddito con affitti brevi può offrire più di un vantaggio. Proporre spazi curati ed a norma, infatti, dà maggiori garanzie di successo e permette di trarre profitto in linea con il mercato.
Possedere un immobile e lasciarlo vuoto, perché non lo si vuole impegnare per tanto tempo, comporta il dover sostenere delle spese senza un rientro economico e, tanto meno, un guadagno. Invece, con una messa a punto strategica, la casa può essere data in affitto per brevi periodi, ricavando un guadagno e mettendo a disposizione del mercato spazi già esistenti.
Complici i dati secondo cui il mercato degli affitti stagionali o occasionali nel nostro Paese è in crescita, è evidente quanto sia allettante e neanche tanto complicato da gestire purchè ci si organizzi bene, puntare sull’ottenimento di una rendita, ponendo la casa in affitto per brevi periodi. Ma per farlo occorre offrire una proposta di qualità che può incrementare l’affitto del 30% rispetto a quello riscosso lasciando l’immobile in uno stato meno appealing.
Per ristrutturare con successo un’abitazione da offrire in locazione non serve disporre di un grande budget. E’ indispensabile invece avere un progetto o comunque un’idea super funzionale.
L’inizio si traduce in pochi semplici domande:
Ad ogni domanda poi andrà assegnata una percentuale del budget disponibile, puntando ad ottenere un insieme proporzionato per ottenere un risultato soddisfacente che possa dare certezza di successo.
Indubbiamente bagno e camera da letto, come ricordano sempre i professionisti del settore, sono gli spazi da privilegiare nel progetto da realizzare.
Dalle ricerche di offerte effettuate online dai potenziali ospiti emerge una particolare attenzione proprio a questi due ambienti.
L’attenzione ai servizi offerti è fondamentale e ciò significa che tutti gli ambienti vanno risistemati. Ma non serve, per esempio, realizzare camere da letto enormi, piuttosto conviene dotarle di bagno privato perché non si conosce il livello di privacy desiderato dagli ospiti.
Per quanto riguarda gli spazi comuni, è consigliabile prevedere quegli arredi e complementi che possano far sentire gli ospiti come se fossero a casa di amici. Ingresso, soggiorno e cucina saranno dunque accoglienti e dovranno incoraggiare momenti di convivialità.
La cucina sarà attrezzata con quanto necessario a preparare un pasto.
Poiché in un immobile affittato per periodi brevi gli ospiti si avvicenderanno a ritmi sostenuti, sarà meglio scegliere finiture e materiali resistenti e che non richiedano particolare manutenzione: perfetti, per esempio, sono le pitture lavabili o gli smalti per le pareti, ma anche la carta da parati lavabile ed il gres per pavimenti.
Per quanto riguarda l’arredamento, non servirà una maxi dotazione di mobili. Per esempio non saranno necessari armadi ampi, ma saranno più utili arredi trasformabili e salva spazio, apparecchi elettrici (come un bollitore, un asciuga pelli, un ferro da stiro ed una spazzola per gli abiti, solo per citare gli indispensabili).
In ogni caso dal punto di vista estetico conviene puntare sempre su uno stile neutro, arricchito da qualche particolare dècor, in modo che gli interni siano gradevoli ed incontrino il gusto di un pubblico ampio, ma non richiedano grandi sforzi al momento di riordinare e riassettare. Ed a questo proposito vale la pena ricordare che, più che un surplus di oggetti, contano l’ordine, la pulizia e la sanificazione.
A prescindere dal budget, il consiglio è che a ristrutturazione finita, l’appartamento non sia anonimo ma trasmetta calore, con un’atmosfera accogliente che lasci un ricordo positivo in chi vi ha soggiornato. Come fare? Scegliendo un tema, un colore, un elemento tipico del posto da declinare in tutti gli ambienti della casa.
L’aspetto funzionale è determinante per un’abitazione privata ma lo è anche per quelle da destinare al mercato degli affitti.
Se si ristruttura per locazioni brevi, ha poco senso realizzare spazi come la dispensa o la cabina armadio. Al contrario, bisogna progettare camere da letto comode e funzionali ed ambienti comuni accoglienti, in cui una famiglia o un gruppo di amici, possa ritrovarci per pranzo o per qualche ora di relax.
Come per tutti gli spazi destinati ad essere utilizzati da tante persone, la scelta dei materiali va fatta considerando lo stress e l’usura cui saranno sottoposti. Potrebbero infatti non essere trattati con le dovute attenzioni di norma usate a casa propria.
I materiali dovranno avere caratteristiche di resistenza e durabilità. In particolar modo finiture e rivestimenti.
Se si vuole personalizzare una parete con una vernice, ad esempio, sarà meglio evitare i decorativi delicati. Questo a beneficio di quelli più resistenti come il micro cemento oppure si andrà sul sicuro utilizzando una semplice pittura super lavabile e prediligendo tinte chiare e poco sature che potranno essere ritoccate, in caso di danneggiamento, senza dover rifare l’intera superficie.
Lo stesso principio guiderà la scelta degli arredi, preferendo i laminati al laccato, i tessuti antimacchia alla pelle, i materiali compositi a quelli pregiati.
Non è possibile parlare a priori di budget perché bisogna capire qual è lo stato di fatto dell’immobile: se dovrà essere riprogettato o se avrà bisogno solo di alcuni “ritocchi” strategici.
Inoltre se il committente ha in mente un target di clientela, dovrà orientare la spesa pensando alle aspettative degli ospiti.
La capacità di spesa del proprietario ed i tempi di rientro dell’investimento definiranno budget assai differenti. Ciò non vuol dire dare credito al concetto “chi più spende più ottiene”, perché talvolta un semplice relooking può essere sufficiente a centrare l’obiettivo ed a ottenere un’abitazione di successo nel mercato degli affitti.
In questi casi, con una spesa contenuta, ma con l’aiuto di un architetto se non si ha la dimestichezza necessaria, si potranno trasformare gli interni giocando con arredi, colori e dettagli curati.
La scelta della porta è determinata non solo da questioni estetiche ma anche da eventuali problemi di spazio o dalla necessità di risolvere tante situazioni particolari.
A battente, è la porta tradizionale ma anche la più comune. L’anta è fissata tramite le cerniere ad un lato del vano dell’apertura e ruota sull’asse laterale verticale per aprirsi. E’ possibile scegliere il lato di apertura, solitamente da sinistra a destra, per favorire l’impugnatura con la mano destra. Ma anche il senso, cioè la direzione di apertura: all’interno della stanza in cui ci si trova (a tirare) o verso quella in cui si entra (a spingere). Sono fattori importanti che vanno decisi prima della posa in opera.
La porta a battente è pratica da aprire e muovere, l’unico vincolo è dato dall’ingombro dell’anta, per il quale non ci possono essere ostacoli. L’ingombro richiesto per l’apertura corrisponde al raggio che l’anta traccia, con un angolo di almeno 90°.
Controtelaio e telaio sono un unico elemento che, una volta installato, va rifinito in modo da risultare invisibile: a questa struttura va agganciata l’anta con le cerniere a scomparsa.
Le porte bidirezionali sono particolari porte a battente che si aprono sia a spingere sia a tirare, quindi hanno il pregio della versatilità. Sono dotate di cerniere a pivot, che permettono l’apertura nelle due direzioni. Spesso la presenza della serratura magnetica, a filo dell’anta e del telaio, aggiunge praticità.
Scorrevoli, in due versioni. Nate come porte salva spazio per i locali di servizio, hanno un’importante valenza estetica oltre che funzionale. Due sono le tipologie: interno ed esterno muro.
Con anta singola o doppia: nel secondo caso si tratta di porte speculari, con un carrello apposito che ne può permettere l’apertura simultanea. Servono però due controtelai per ciascuna anta, da alloggiare in entrambe le pareti.
L’effetto visivo è molto scenografico, soprattutto quando le ante sono in vetro decorato. Inoltre, è possibile abbinare ante scorrevoli a parti fisse, aumentando la zona aperta e la luce nella zona giorno.
Mantovana: si tratta di una fascia esterna che copre il binario di scorrimento. E’ un elemento estetico, solitamente uguale al pannello della porta, in legno o laccato, che può continuare in una fascia perimetrale, nella parte superiore, per tutto l’ambiente. E’ una soluzione classica che però rimane attuale.
Senza binario: alcune porte sembrano esserne prive. Quando scorrono, mostrano solo l’anta, sia quando è aperta sia quando è chiusa. Il meccanismo è nascosto dal pannello stesso, che si muove insieme all’anta con binario e ruote montati dietro.
Una porta priva di stipiti, coprifili e cornici si definisce filo muro o raso muro. L’effetto è quello di un’anta ritagliata sulla parete, a filo, in continuità con essa, quindi senza elementi sporgenti.
Filomuro possono essere sia modelli a battente sia scorrevoli.
Le cerniere a scomparsa regolabili ed il telaio in alluminio sono fondamentali per ottenere questo risultato: si inseriscono perfettamente nella parete senza lasciare elementi tecnici a vista. La serratura magnetica garantisce una chiusura perfetta della porta.
Riguardo le finiture, dal punto di vista estetico le possibilità sono infinite e personalizzabili. Ad esempio, le ante si mimetizzano e scompaiono nella parete se rivestite con la stessa carta da parati o la stessa tinteggiatura: in questo modo gli spazi sembrano amplificati. Se si vuole invece dare un tocco di colore alla stanza o sottolineare l’accesso al locale, basta scegliere la finitura o la tinta dell’anta in contrasto con quello della parete.
Altro elemento da considerare è il zoccolino: ideale quello filo muro (altrimenti sporgerebbe rispetto alla porta). Elegante ed essenziale, da alcune aziende viene proposto anche in abbinamento alla finitura della porta e con retroilluminazione segna passo. Per la sua installazione può essere necessario realizzare una controparete.
Per installare una porta filo muro è necessario eseguire dei lavori sulla muratura: questo consente di inserire uno specifico controtelaio.
In caso di ristrutturazione, se si desiderasse avere questo tipo di porte, non è possibile conservare i controtelai già installati, anche se in buone condizioni.
Da catalogo, le porte a battente misurano 80 cm di larghezza e 200/210 cm di altezza: ideali per un passaggio agevole. Queste misure sono al netto del telaio, quindi in genere bisogna aggiungere 4 cm su entrambi i lati e sulla parte superiore, per un totale di 88 x 204/214.
Spesso le porte sono disponibili anche in altre dimensioni, fino a 100 cm di larghezza e con altezze fino a 270 cm. Va tenuto presente che il costo aumenta per il fuori standard, anche fino al 30%.
Per le porte a battente è meglio non superare la larghezza di 80 cm, altrimenti è meglio optare per un serramento a doppia anta. Infine 60 cm è la larghezza minima consentita per una porta adatta per un ripostiglio o una cabina armadio.
Una tendenza è quella delle porte a tutta altezza, da 240 a 270 cm, che possono arrivare fino al soffitto della stanza. Se a battente, in genere sono filomuro, quindi hanno design minimale, ma il loro impatto estetico è molto forte e deciso e diventano un elemento architettonico. Disponibili anche scorrevoli, sono porte adatte soprattutto per la zona giorno.
Se in vetro, aggiungono luminosità agli ambienti.
L’acquisizione di questi documenti è una tutela per l’acquirente, nonché per chi si occuperà di mettere in opera la porta. Sono inoltre necessari per contestazioni o per un’eventuale richiesta di detrazioni fiscali.
Le spese per l’acquisto, fornitura e posa delle porte possono essere detratte al 50% nell’ambito del Bonus Ristrutturazione ma solo se comprese in un più ampio lavoro di ristrutturazione, manutenzione straordinaria e risanamento conservativo dell’abitazione. Per esempio, nel caso in cui venga modificato il foro porta, con un suo allargamento o con demolizioni di “modesta entità”. Ma è possibile ottenerle anche sostituendo una porta a battente con una scorrevole dotata di controtelaio interno alla muratura. Il pagamento deve sempre avvenire con bonifico bancario “parlante”.
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I letti ed i complementi in legno o realizzati con fibre vegetali esprimono la vocazione contemporanea più sentita e diffusa perché hanno un’anima green ed uno stile semplice e leggero che può caratterizzarsi, in modo molto definito, con i giusti abbinamenti.
Testata e giroletto in essenze chiare, finiture neutre e linee essenziali; comodino in rattan e poltrona a dondolo intrecciata: questo è l’alfabeto di una camera di gusto “tropical” in città. Per arricchirla, basta un tendaggio con tende e sovra tende in lino bicolore.
I letti in legno in questa versione hanno il pregio dell’essenzialità e della praticità. Sono stilisticamente versatili, di facile manutenzione ed, in alcuni casi, sono anche considerati ecologici perché costruiti ad incastro senza collanti né parti metalliche e rifiniti con prodotti ecocompatibili.
Linee nette, mancanza di elementi ornamentali e finiture spesso grezze possono farli sembrare un po’ “spigolosi”. Ma bastano pochi accorgimenti per addolcirne la presenza e renderli più consoni ad ambienti confortevoli.
L’idea in più? I cesti usati come comodini oltre ad essere utili contenitori, sono economici, leggeri e soprattutto rappresentano una soluzione meno convenzionale.
Lo stesso vale per la lampada con il paralume in carta di riso mino-washi, ricavata dall’albero di gelso: malgrado le dimensioni, risulta una presenza discreta di diffonde una luce morbida, perfetta per creare una piacevole atmosfera.
Decisiva anche la scelta del bianco che esalta la luminosità della stanza. Il tocco decorativo?
Le carte da parati offrono sempre una chance di buona riuscita. Come sceglierle? Puntando sull’abbinamento dei colori e con fantasie non troppo macro.
La parte dietro il letto? C’è chi la preferisce spoglia, soprattutto quando la testata è importante e chi invece ama decorarla. Alla più tradizionale scelta di un quadro, si può puntare, come in questo caso, su soluzioni creative a tema. Oppure scegliere la giusta carta da parati in grado, con le tante fantasie a disposizione, di dare il carattere desiderato alla stanza.
Le strutture di questi letti, spesso a filo del materasso, hanno una linea rigorosa che si concilia bene con accessori e tonalità morbide. Come la lampada in bambù ed il comodino in rattan, anche ecosostenibili, ed un’elegante biancheria in tonalità grigio azzurre.
Se ci si sofferma sulla struttura, i tratti distintivi di questi modelli di letti sono: testata liscia, giroletto formato da semplici longheroni laterali, pediera assente o al più limitata ad un’asse orizzontale. Sono presenti a volte anche i piedini sottili, che visivamente slanciano il mobile e permettono di pulire agevolmente il letto.
Esistono però anche modelli più articolati, con basi contenitore dotate di cassettoni o organizzate in scomparti a giorno; oppure impreziositi da testate-libreria che sostituiscono anche i comodini.
L’elemento che determina il mood complessivo di un ambiente è quello cromatico: a partire dalle pareti (tutte o solo una oppure una porzione per definire ad esempio una nicchia o l’appoggio della testata del letto), per non sbagliare toni e nuance il modo più semplice è comporre il cosiddetto moodboard, tavola riassuntiva che accosta tinte e finiture dei diversi elementi d’arredo, magari consultando esperti nel campo, come i nostri professionisti.
Per mantenere l’uniformità d’insieme puntare anche su essenze nella stessa tonalità.
Le tinte pastello regalano sfumature dorate al legno. In particolare, l’azzurro chiaro sulla parte illumina la stanza ed esalta la tonalità rossastra della struttura del letto. In scala di colore, una piccola vetrina in stile shabby chic aggiunge un tocco dolce e romantico.
Ecco uno stile che non teme le mode per la semplicità e la raffinatezza degli intrecci, l’autenticità delle lavorazioni e l’eleganza delle essenze vegetali. Adatto a chi ama interni dal sapore esotico.
Tra le più utilizzate per la produzione di mobili, in&outdoor, il rattan ed il midollino, in realtà, derivano entrambe dalla canna d’India (o canna di rattan): il midollino è più pregiato, perché si ricava dalla parte più interna della canna suddividendola in listelli molto sottili, in grado di intrecciarsi tra loro con effetti decorativi incantevoli.
Intrecci che si accordano bene tra loro anche quando hanno lavorazioni e finiture differenti. Sono valorizzati da ambienti chiari, tessuti leggeri in tinte pastello e fantasie etniche.
Come valorizzare questo stile? Già da qualche anno quelli che un tempo venivano considerati arredi esclusivamente per le case di vacanza sono rientrati a pieno titolo nelle nostre abitazioni di città, anche per la loro capacità di evocare atmosfere leggere e rilassanti di paesi lontani.
L’importante è, come sempre, non eccedere: basteranno uno o due pezzi giocati, ad esempio, con tessuti da disegni tribali se si vorrà rafforzare un mood etnico oppure si potrà provare ad abbinarli a complementi in metallo per ottenere invece una versione più contemporanea.
Una boiserie a parete, in legno, marmo, gesso o materiali di nuova generazione, veste l’ambiente e ne connota fortemente lo stile. Dietro la testiera del letto ne sottolinea i profili e la sua finitura anticata dà un tocco di vissuto alla stanza.
Il legno è un materiale vivo e versatile, oggetto di trattamenti innovativi che modellano ogni essenza con risultati estetici interessanti. Chiaro e leggero o denso e scuro, trasmette calore in ogni sua tonalità.
Quando si scelgono letti con testate importanti, semplicemente larghe o formate da vere e proprie strutture contenitive, bisogna considerare che nella loro sistemazione esiste il rischio di coprire le prese sul muro per le lampade da lettura.
Oggi, per risolvere il problema la soluzione c’è: basta scegliere apparecchi wirelles ricaricabili d’appoggio, da appendere alla parete o da terra, che hanno anche il vantaggio di contenere i consumi, in un’ottica di salvaguardia dell’ambiente.
I complementi tessili, dai tappeti ai copriletti ed alle tende, sono un elemento da non trascurare nel definire lo stile degli ambienti. Colori, texture e fantasie contribuiscono a stabilire il giusto equilibrio tra i diversi elementi d’arredo.
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Si trascorre il 90% del tempo in ambienti chiusi, 22 ore su 24: per i più piccoli tale spazio è spesso la cameretta. Per questo, considerando che l’aria di una stanza può essere fino a cinque volte più inquinata di quella esterna, è fondamentale sensibilizzarsi sul tema e capire quali sono le fonti che inquinano gli interni.
Tra le soluzioni virtuose, ma facili da mettere in atto, c’è senz’altro la scelta di materiali certificati che sono il risultato di un percorso di ricerca e di innovazione. Spingendosi oltre, si possono valutare interventi un po’ più invasivi, ma dai risultati duraturi, come la sostituzione delle vecchie finestre con quelle nuove che sono efficienti ed intelligenti, azionabili da remoto o in grado di capire, attraverso l’analisi di una serie di parametri relativi alla qualità dell’aria, se occorre avviare il ricambio d’aria.
La lotta all’inquinamento indoor, quindi, trova nell’edilizia un alleato fondamentale anche per rendere la camera dei bimbi un ambiente sicuro e salubre.
Il Ministero della Salute ha classificato le sostanze in grado di alterare la qualità dell’aria in agenti chimici, fisici e biologici. Alcune provengono dall’esterno, ma la maggior parte è prodotta da fonti interne quali gli occupanti della casa (uomini ed animali), la polvere, i materiali edili, gli arredi, gli impianti ed, ultima, l’aria esterna che è veicolo anche dei “classici” inquinanti, quali il monossido di carbonio e le polveri sottili.
Nell’ambito della casa, il Ministero conferma che: “i materiali utilizzati per la costruzione dell’edificio e per l’arredamento possono rappresentare un’importante fonte di inquinamento indoor.
Il problema delle emissioni perdura per tutto il ciclo di vita utile dell’edificio e dipende dalle emissioni di Voc (composti organici volatili) provenienti dai materiali.
Altre potenziali fonti indoor di inquinamento sono i prodotti per la pulizia e per la manutenzione della casa, i prodotti antiparassitari e l’uso di colle, adesivi e solventi. Inoltre, può determinare un’emissione importante di sostanze inquinanti l’utilizzo di device e dispositivi elettrici ed elettronici (stampanti, plotter e fotocopiatrici) e di prodotti quali le colle”.
Fra gli agenti a cui prestare più attenzione, in questo ambito ci sono la formaldeide ed i composti organici volatili, oltre alle fibre minerali sintetiche. Ad oggi, i prodotti per l’edilizia e per l’arredo sviluppati con una particolare attenzione verso la sostenibilità indicano nelle loro etichette i valori presenti di queste componenti.
Dal punto di vista della salubrità, meglio orientarsi su materiale e stampa sicuri e certificati, quali carte in fibre naturali, polietilene riciclato, fibra di vetro ed inchiostri in sospensione acquosa, ovvero esenti da solventi.
Per quanto riguarda le certificazioni, che variano a seconda del supporto o del sistema, sono da prediligere le seguenti: GreenGuar Gold, VOC A +, FCS, AgBB, Blue Angel e Nordic Swan.
Infine, particolare attenzione merita anche la scelta del disegno e della grafica. E’ meglio preferire qualcosa che possa stimolare la fantasia dei bambini ed “interagire” con loro nei momenti di gioco, e non solo, come se fosse una “finestra” su un mondo fantastico.
Si deve tener conto della personalità dei piccoli: il soggetto della carta da parati deve riflettere il loro modo di essere, i gusti, le passioni e deve rispettare la loro sensibilità.
Per l’applicazione della carta da parati, si consigliano collanti a base di acqua e certificati indoor Air comfort gold, AGBB, Blue Angel, VOC A +, oppure EC1 PLUS.
Grazie alle sostanze semiconduttrici (diossido di titanio), di cui sono composti, i materiali foto catalitici, permettono di realizzare superfici disinquinanti ed autopulenti. Hanno inoltre la capacità di assorbire la luce e di conseguenza, per merito della particolare struttura elettronica, di attivare specifiche reazioni chimiche. Una di queste è l’ossidazione di composti inquinanti organici ed inorganici presenti nell’aria o nell’acqua.
Un’altra caratteristica del diossido di titanio è la superidrofilicità fotoindotta che consiste in un’affinità per l’acqua straordinariamente elevata in seguito all’esposizione alla luce solare. L’aspetto interessante, in questo caso, è la possibile rimozione di polvere e depositi atmosferici per mezzo della semplice acqua pura che, grazie all’affinità per la superficie superidrofilica, risulta in grado di rimuovere particelle adese anche senza l’aiuto di detergenti. Oggi sono disponibili sul mercato diversi prodotti di questa classe: vetri autopulenti, cementi e vernici.
E’ una delle scelte più sicure grazie alla sua resistenza, dovuta al processo di lavorazione delle materie prime impiegate (argille ceramiche, feldspati, caolini e sabbia) ed alla cottura ad alte temperature. E’ facile da pulire ed è inalterabile.
Esistono anche versioni con trattamento antibatterico, adatte non solo per ambienti che richiedono particolari caratteristiche di igiene, quali ospedali o ambulatori medici ma perfette anche in ambito residenziali.
Oggi, inoltre, processi produttivi evoluti ed etici, rispettosi dell’ambiente, permettono di impiegare alte percentuali di materiale riciclato, riducendo l’utilizzo di materie prime.
Davvero ampia, infine, la gamma di finiture disponibili: una varietà dovuta alle nuove tecniche di stampa digitale, che rendono stabili colori e decori.
Se si ha cura di optare per legno certificato FSC, ovvero proveniente da foreste a gestione controllata, la scelta del parquet è senz’altro ecologica.
Si tratta di un materiale naturale bello, in tutte le sue varianti, caldo e piacevole al tatto.
Tra i pro, c’è d aggiungere che è anche un ottimo isolante termico ed acustico ed è resistente all’usura. Se si danneggia, è facile anche da rinnovare con la lamatura.
Tra le finiture, eco, ad olio o con vernice all’acqua.
La finitura con gli oli valorizza la struttura naturale del legno. Penetrano nel materiale, lasciando aperti i pori.
Oggi il tema dell’inquinamento indoor gode della dovuta attenzione. Nel 2000 l’Organizzazione Mondiale della Sanità, con il documento “The Right to Healthy Indoor Air” ha riconosciuto l’aria interna salubre come diritto umano fondamentale.
Molti produttori si sono adoperati per offrire proposte salubri e spesso problem solving, che non vincolano la creatività. Infatti, malgrado in Italia non sia obbligatorio etichettare le pitture in relazione alle emissioni negli ambienti, come invece lo è in Francia, sono tanti i marchi che sottopongono ai test specifici i loro prodotti per classificarli in Classe A +, la migliore in quanto ad emissioni di Tvoc (composti organici volatili totali).
Per i bambini la cameretta è lo spazio del gioco, ma anche dello studio, la “tana segreta”, il luogo del riposo.
Ciascuna di queste funzioni meriterebbe un colore mirato. Sì, dunque, ad una stanza con pareti di tinte diverse: i bambini sono stimolati da questo ed ognuna concorre al loro sviluppo ed alla loro voglia di imparare. E’ importante creare dei microambienti nella stanza, ricorrendo al colore per delimitare le aree. Il bambino ama vivere in spazi contenuti, riuscendo così ad avere il pieno controllo del luogo e della situazione.
I piccoli crescono e, con loro, anche gusti e necessità. Quindi il colore scelto non può essere “definitivo” ma va modificato nel tempo, assecondando la loro crescita.
Per la prima infanzia sono indicati colori pastello: particolarmente adatti sono il verde, il celeste, il rose tenue ed il rosa cipria, ma non il tono confetto che, essendo molto intenso, ha lo stesso effetto del rosso. Il giallo è positivo, consigliato nella zona studio (aiuta nella concentrazione per lo studio).
L’arancione applicato su una sola parete ha un effetto calmante. Il verde e l’azzurro sono particolarmente indicati per maschi o femmine molto attive, perché inducono il relax e rendono più gradevoli sonno e risveglio.
Sono sconsigliati colori scuri, cupi, tetri in qualsiasi fase dell’infanzia. Generano inquietudine, rendono il sonno difficile e la stanza poco accogliente.
E’ necessario scegliere vernici smacchiabili, superlavabili, a base di titanio selezionato, certificate in classe A +.
Il ricambio d’aria è fondamentale quando si tratta della camera dei bambini. Per garantire aria rinnovata costantemente, sono stati messi a punto serramenti “intelligenti”.
Ci sono quelli che hanno sistemi interni in grado di ventilare in modo continuo gli ambienti. Altri dotati di sensori che, in base ai parametri rilevati nell’ambiente (umidità, presenza di Co2, ecc), si aprono e chiudono autonomamente e/o sono gestibili da remot (tramite smartphone).